giovedì 24 luglio 2008

NUCLEARE, il pericolo non c'è ma il terrore mediatico sì



Trovo raccapricciante il terrorismo mass-mediatico che segue ogni volta che qualcosa non procede secondo i canoni della perfetta perfezione in qualsiasi attività connessa con la produzione d’energia elettronucleare. Pensate che l’onorevole Ermete Realacci (Pd), come sempre molto ermetico e poco realistico, ha strillato che il nostro governo chieda non so cosa all’Agenzia internazionale per l’energia atomica, perché, secondo lui, «uno dei problemi che il nucleare porta con sé è la mancanza di trasparenza». Mentre, se c’è qualcosa di trasparente a questo mondo è proprio l’attività connessa alla produzione d’energia elettronucleare. Basti pensare che se la donna delle pulizie scivola sul sapone mentre sta lavando il pavimento della sala-macchine di una centrale nucleare, i comunicati delle agenzie di stampa di tutto il mondo denunciano l’incidente nucleare. Consentendo così a vari gruppi folcloristici di dar ragione della propria esistenza e a individui tipo il nostro simpatico onorevole di giustificare a se stesso il proprio stipendio.
Alcuni giorni fa in un impianto che lavora l’uranio (non in una centrale nucleare) avvenne un malfunzionamento (non un incidente): per errore umano, una soluzione contenente uranio è stata riversata in un fiume. Non si ha contezza del senso dell’evento se non si conoscono i numeri. E i numeri sono, mi risulta, che si trattava di circa 70 kg di uranio diluitissimi in ben 25.000 litri di acqua. L’uranio è un elemento debolissimamente radioattivo ed è contenuto nell’ambiente in quantità tali che quel che è successo è totalmente irrilevante: nessuno è morto, nessuno si è ammalato, neanche di raffreddore, né l’ambiente può averne sofferto, essendogli stato restituito ciò che gli era stato sottratto. Mi sono contaminato di più io, ieri sera, con l’insalata consumata, per via del potassio-40 ingerito. Tant’è che nella scala, da 0 a 7, in cui si classificano gli eventi indesiderati del nucleare, quello recente è stato classificato di livello 1. Dobbiamo accettare l’idea che non possiamo pretendere il rischio zero: esso non esiste, perché l’errore umano è sempre in agguato e non c’è altro modo di eliminarlo se non eliminando gli uomini.
Franco Battaglia

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Copio e incollo da wikipedia alla voce uranio:
Dal 1981 i prezzi per l'ossido di uranio U3O8 registrati dal Dipartimento per l'Energia degli Stati Uniti sono stati in continuo calo fino all'anno 2000: da 32,90 $/lb di U3O8 del 1981 a 12,55 $/lb nel 1990 a meno di 10 $/lb nel 2000. Il minimo valore del prezzo dell'uranio si è raggiunto nel 2001 a meno di 7 $/lb.

Negli ultimi anni (2001-2006) la richiesta mondiale di uranio è fortemente aumentata. Le cause vanno ricercate nella massiccia costruzione di nuovi reattori nucleari (28 cantieri inaugurati tra il 2000 e il 2005, su un totale di 442 reattori esistenti nel 2006; l'AIEA prevede altri 168 nuovi cantieri reattori entro il 2020) e anche nell'accresciuta domanda energetica dei paesi che utilizzano energia nucleare (soprattutto da parte di Cina, India, Corea del Sud, Russia, Giappone e Stati Uniti), che negli ultimi anni è arrivata ad eccedere l'offerta. Per soddisfare la crescente domanda molti paesi consumatori e produttori hanno iniziato ad intaccare le cosiddette fonti secondarie di uranio, ossia le scorte accumulate in deposito nei decenni precedenti.

Come risultato il prezzo dell'uranio sul mercato mondiale ha subìto una forte impennata, passando dai 7 $/lb del 2001 al picco di 135 $/lb del 2007. Al 2001 il prezzo dell'uranio incideva per il 5-7% sul totale dei costi riguardanti la produzione di energia nucleare.

E ancora:

Una persona può esporsi all'uranio sia inalandone le polveri nell'aria che ingerendolo con il cibo e con l'acqua; si calcola che l'assunzione media quotidiana di uranio sia compresa tra 0,7 e 1,1 microgrammi.

70kg in 25000 litri d'acqua corrispondono ad una media di 2.8 grammi per litro, ovvero 140 microgrammi per un bicchiere di quella acqua (127 giorni di esposizione normale).

Concordo sugli allarmismi spesso eccessivi della stampa circa le varie notizie sugli "incidenti" nucleari, ma proprio per la natura non temporanea dei problemi che comportano è meglio tenere un livello di guardia più alto della media.

Ps: non esiste il rischio zero, ma esistono più scelte che hanno diverse gradazioni di rischio. Partire da quella che ha i maggiori rischi (anche solo ipotetici) di danno ambientale non mi pare una scelta giusta.

Simone Tronchin ha detto...

per il crollo di una miniera di carbone muoiono in 150, per una dispersione di 70 kg di uranio di per sè pochissimo radioattivo (infatti le centrifughe servono per arricchirlo...) in 25000 litri di acqua che si sarebbero riversate in altri milioni di litri del fiume non è morto e non morirà nessuno!!!
Il nucleare rimane la nostra unica speranza in attesa di nuove scoperte.